Passata l’emergenza, gabbati gli eroi: il 2 luglio sciopero nazionale della Sanità pubblica, privata e del Terzo Settore
La pandemia di Covid-19 ha messo a nudo la Sanità italiana e il pessimo stato in cui l’hanno ridotta decenni di saccheggi e di privatizzazioni ultraliberiste, al punto che 12 milioni gli italiani non hanno accesso alle cure, nemmeno nella Sanità pubblica.
Già passati i tempi degli “eroi”, i lavoratori del comparto sono finiti nel dimenticatoio e dall’agenda politica è scomparso ogni riferimento. Non si parla più di una realtà fatta di tagli al bilancio (-37 miliardi), di posti letto (-137mila), di carenza di personale (-50mila), di abbandono della medicina territoriale, di interminabili liste d’attesa a fronte di attività intramoenia negli stessi ospedali, di mancanza di strumentazione adeguata, di cessione di pezzi al privato. La Lombardia meglio di tutte rappresenta il modello fatto di privatizzazioni e trasferimento di risorse dal pubblico al privato, tagliando servizi vitali ma “improduttivi” nella logica che la sanità deve produrre profitto e non salute.
Oltre 34mila morti e 25mila operatori sanitari contagiati dicono invece che è tempo di cambiare, di ricostituire un Sistema Sanitario Nazionale in cui la Sanità e il Welfare siano pubblici e universali, perché salute e benessere sono diritti irrinunciabili di tutti, a prescindere dalla condizione e dalla regione di residenza.
Anche gli operatori hanno diritto a una Sanità pubblica e universale, ponendo fine ad anni di taglio dei diritti e compressione dei salari: basta precariato, esternalizzazioni, lavoro nero, cooperative e speculazione delle imprese private sulla salute. È tempo di varare un Contratto Unico della Sanità e dei Servizi socio-assistenziali: a uguale lavoro uguale salario e uguali diritti.
Partendo da questi assunti, l’Unione Sindacale di Base ha avviato la mobilitazione dei lavoratori della Sanità, pubblica, privata e del Terzo Settore, che sfocerà nello sciopero nazionale di tutto il comparto giovedì 2 luglio, con presidio unitario a Montecitorio alle ore 10,30.
USB chiede la fine della regionalizzazione fatta di 20 sistemi sanitari differenti, il ritorno al SSN nazionale e universale, come era prima della riforma del Titolo V della Costituzione, lo stop al lucro dei privati che si arricchiscono con i soldi pubblici, lasciando al sistema pubblico i pronti soccorso, le terapie intensive, i reparti di malattie infettive: tutto ciò che non produce guadagno.
USB chiede per l’immediato
- assunzioni a tempo indeterminato, stabilizzazioni dei tanti precari, reinternalizzazioni dei servizi e del personale;
- rinnovi contrattuali immediati (già scaduti almeno da dicembre 2018) con adeguati riconoscimenti economici e professionali;
- bonus Covid per tutti gli operatori della Sanità pubblica, privata e del Terzo Settore
Il coronavirus non è stato l’unico killer durante la pandemia ma ha avuto complici e complicità evidenti nei politici e nelle scelte sulle politiche sanitarie dell’ultimo ventennio.
Contro tutto questo è lo sciopero del prossimo 2 luglio: per il diritto alla salute, per una sanità nazionale, pubblica e universale.
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego – Sanità
Unione Sindacale di Base – Sanità privata
Unione Sindacale di Base – Cooperative Sociali
Unione Sindacale di Base – Pensionati
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