Festività della PASQUA. Avviso sospensione attività didattiche

Avvisiamo gli studenti che la scuola resterà chiusa, e tutte le lezioni e attività saranno sospese, da giovedì 28 a martedì 2 aprile 2024 per le festività della Pasqua.

Ci vediamo a scuola il 3 aprile, e buone vacanze!

p.s. e vi dedichiamo un’altra favola da raccontare a grandi e piccoli, tratta da Favole al telefono di Gianni Rodari

Il pulcino cosmico

L’anno scorso a Pasqua, in casa del professor Tibolla,
dall’uovo di cioccolata sapete cosa saltò fuori? Sorpresa:
un pulcino cosmico, simile in tutto ai pulcini terrestri, ma
con un berretto da capitano in testa e un’antenna della
televisione sul berretto.
Il professore, la signora Luisa e i bambini fecero tutti
insieme: «Oh», e dopo questo oh non trovarono più
parole.
Il pulcino si guardava intorno con aria malcontenta.

Come siete indietro su questo pianeta, – osservò, – qui
è appena Pasqua; da noi, su Marte Ottavo, è già
mercoledì.

Di questo mese? – domandò il professor Tibolla.

Ci mancherebbe! Mercoledì del mese venturo. Ma
con gli anni siamo avanti di venticinque.
Il pulcino cosmico fece quattro passi in su e in giù per
sgranchirsi le gambe, e borbottava: – Che seccatura! Che
brutta seccatura.

Cos’è che la preoccupa? – domandò la signora Luisa.

Avete rotto l’uovo volante e io non potrò tornare su
Marte Ottavo.

Ma noi l’uovo l’abbiamo comprato in pasticceria.

Voi non sapete niente. Questo uovo, in realtà, è una
nave spaziale, travestita da uovo di Pasqua, e io sono il
suo comandante, travestito da pulcino.

E l’equipaggio?

Sono io anche l’equipaggio. Ma ora sarò degradato.
Mi faranno per lo meno colonnello.

Be’, colonnello è più che capitano.

Da voi, perché avete i gradi alla rovescia. Da noi il
grado più alto è cittadino semplice. Ma lasciamo perdere.
La mia missione è fallita.

Potremmo dirle che ci dispiace, ma non sappiamo di
che missione si trattava.

Ah, non lo so nemmeno io. Io dovevo soltanto
aspettare in quella vetrina fin che il nostro agente segreto
si fosse fatto vivo.

Interessante, – disse il professore, – avete anche degli
agenti segreti sulla Terra. E se andassimo a raccontarlo
alla polizia?

Ma sì, andate in giro a parlare di un pulcino cosmico,
e vi farete ridere dietro.

Giusto anche questo. Allora, giacché siamo tra noi, ci
dica qualcosa di più su quegli agenti segreti.

Essi sono incaricati di individuare i terrestri che
sbarcheranno su Marte Ottavo tra venticinque anni.

È piuttosto buffo. Noi, per adesso, non sappiamo
nemmeno dove si trovi Marte Ottavo.

Lei dimentica, caro professore, che lassù siamo avanti
col tempo di venticinque anni. Per esempio sappiamo già
che il capitano dell’astronave terrestre che giungerà su
Marte Ottavo si chiamerà Gino.

Toh, – disse il figlio maggiore del professor Tibolla, –
proprio come me.

Pura coincidenza, – sentenziò il cosmopulcino. – Si
chiamerà Gino e avrà trentatre anni. Dunque, in questo
momento, sulla Terra, ha esattamente otto anni.

Guarda guarda, – disse Gino, – proprio la mia età. –
Non mi interrompere continuamente, – esclamò con
severità il comandante dell’uovo spaziale. – Come stavo

spiegandovi, noi dobbiamo trovare questo Gino e gli altri
membri dell’equipaggio futuro, per sorvegliarli, senza che
se ne accorgano, e per educarli come si deve.

Cosa, cosa? – fece il professore. – Forse noi non li
educhiamo bene i nostri bambini?

Mica tanto. Primo, non li abituate all’idea che
dovranno viaggiare tra le stelle; secondo, non insegnate
loro che sono cittadini dell’universo; terzo, non insegnate
loro che la parola nemico, fuori della Terra, non esiste;
quarto…

Scusi comandante, – lo interruppe la signora Luisa, –
come si chiama di cognome quel vostro Gino?

Prego, vostro, non nostro. Si chiama Tibolla. Gino
Tibolla.

Ma sono io! – saltò su il figlio del professore. – Urrà!

Urrà che cosa? – esclamò la signora Luisa. – Non
crederai che tuo padre e io ti permetteremo…
Ma il pulcino cosmico era già volato in braccio a Gino.

Urrà! Missione compiuta! Tra venticinque anni potrò
tornare a casa anch’io.

E l’uovo? – domandò con un sospiro la sorellina di
Gino.

Ma lo mangiamo subito, naturalmente. E così fu fatto.

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